
Carlos Atoche, Doppel Ganger, Via Laparelli 6, I edizione Muri Sicuri, 19 – 20 Novembre 2016
Per la prima edizione di MURI SICURI: Dipingiamo un muro per curarne 100, le guide turistiche di Roma hanno regalato un’opera al quartiere di Torpignattara con il consueto evento di arte e beneficenza. Il 19 e 20 Novembre 2016, mentre Carlos Atoche era al lavoro le guide hanno regalato un percorso tra le opere di street art ai partecipanti. Tutto il ricavato delle donazioni è stato devoluto a Norcia e ad Avendita di Cascia
Carlos Atoche non è di certo un artista sconosciuto alla street art della capitale. Nato in Perù, italiano d’adozione, Atoche è uno dei creatori dello Studio Sotterraneo al Pigneto insieme a molti altri artisti.
Il suo stile è inconfondibile: si va dalle rivisitazioni, citazioni e “scherzi” di e con opere dei più grandi pittori del Rinascimento (per menzionare le più celebri: La Monna Scimmia a San Lorenzo o il Gatto di Velasquez) alle “decontestualizzazioni subacque” di sculture classiche adagiate su fondali marini in compagnia di pesci tropicali…
L’artista peruviano ama i “feticci” dell’arte dunque e non solo quelli classici come dipinti o sculture ma anche quelli popolari: pensiamo al grande volto di Totò dipinto a Napoli; il feticcio per Atoche è quello che la società ha visivamente consumato e “divinizzato”, un mito con cui giocare e attorno al quale costruire nuove insolite cattedrali.
In particolare, Carlos Atoche non è sconosciuto al quartiere di Torpignattara dove, quasi contemporaneamente all’opera di via Filarete, ha realizzato un imponente intervento sulla facciata di un palazzo tra via Rovetti e via Torpignattara. Passeggiando per la strada che dà il nome all’intero quartiere è impossibile non notare questo gigantesco mondo subacqueo, opera dal titolo Canzone per una Sirena, dove tutta la poetica di Atoche si palesa e i suoi personaggi si incontrano e si affollano sulle pareti. Si riconosce il celebre Spinario Capitolino circondato da pesci pagliaccio e, accanto a lui, il Pensatore di Rodin accucciato sul famoso “orinatoio” di Duchamp. Classico, moderno e persino contemporaneo si affollano tutti insieme, sott’acqua, proprio come i passanti all’incrocio di questo quartiere fortemente popolare e multietnico.
Le parole di Calvin Tomkins scritte proprio a proposito di Duchamp nel 1996 sembrano vestire perfettamente questo lavoro: “non è necessario un grande sforzo di immaginazione per vedere nelle forme gentilmente fluide dell’orinatoio rovesciato la testa velata di una classica madonna rinascimentale, o un Buddha seduto, o una delle forme eleganti ed erotiche di un’opera del Brâncuși”. Tutti diversi eppure tutti classicamente vicini e uguali, i personaggi di Atoche.
Poche centinaia di metri più in là, sempre a Torpignattara e nello specifico a Via Laparelli 6, l’artista peruviano realizza una nuova opera all’interno della prima edizione del progetto MURI SICURI: Dipingiamo un muro per Salvarne 100.
In questo lavoro Atoche ha però ricevuto una richiesta specifica: non solo dipingere una delle sue opere ma farlo per conto di un folto gruppo di Guide Turistiche di Roma con lo scopo di raccogliere fondi per le popolazioni colpite dal terremoto.
La storia è semplice e si ripeterà per altre edizioni: 100 guide turistiche, 100 professionisti che lavorano normalmente nel centro città, si sono autofinanziate per realizzare questo lavoro (qui la lista integrale dei donatori), in seguito hanno scelto e coinvolto l’artista Carlos Atoche e infine individuato il quartiere.
Lo stile di Atoche è apparso subito come il più vicino alle sensibilità delle Guide di Roma, professioniste del turismo, appassionate e studiose di storia, arte e archeologia così come perfetto era il quartiere: Torpignattara. Vivace, pieno di colori, abitato da gente proveniente da ogni parte del mondo, ricco di arte e storia, dalle testimonianze archeologiche alle strutture architettoniche, fino alle contemporanee opere di street art.
Grazie all’aiuto delle associazioni locali è stato individuato il muro su cui operare, quello della Scuola di via Laparelli e ottenuto il patrocinio dell’Assessore alla Cultura del Municipio V.
Alcune delle guide finanziatrici dell’opera hanno messo in piedi un evento di due giorni durante il quale hanno condotto, a titolo gratuito, delle visite guidate alle opere e al patrimonio del quartiere di Torpignattara, terminando il percorso davanti al murales al quale l’artista stava lavorando.
Il 19 e il 20 Novembre, Carlos Atoche ha lavorato per questa nuova opera da regalare alla città, mentre circa 600 persone partecipavano a tour guidati nel quartiere, donando per “curare i muri” di Norcia e Avendita di Cascia dopo i terribili eventi sismici.
Ecco perché l’evento, a partire da questa edizione, ha preso questo nome “MURI SICURI: Dipingiamo un Muro per Curarne 100”.
Atoche ha lavorato instancabilmente per due giorni consecutivi e il suo lavoro dal titolo Doppel Ganger, è presto detto, è una splendida ed efficace espressione del senso di precarietà ed instabilità di fronte alla quale è messo l’uomo, spesso all’improvviso, come quando si verifica un terremoto.
Nel centro, prepotente e tragico, il volto di una statua caduto su un fondale marino, piange e ci guarda dritti negli occhi. Di nuovo Carlos parte da una citazione classica: la testa è quella marmorea di Afrodite e si trova del museo dell’acropoli di Atene. Nell’originale le lacrime che rigano il volto sono la conseguenza dell’ossidazione delle ciglia bronzee della statua e il risultato è che Afrodite sembra piangere davvero. Atoche tira la scultura fuori dal museo, la ricolloca in una città sommersa e le lacrime, all’improvviso, diventano vere e commuovono il quartiere di Torpignattara a Roma. Un viaggio attraverso il tempo e lo spazio per tessere un filo rosso comune tra tutte le culture: il dolore di perdere le testimonianze della propria storia, proprio come dopo un terremoto.
Il fondale che vediamo non è semplicemente marino ma si tratta invece di un’intera città sommersa, un luogo che prima di affondare era abitato, vivo, reale ma che ora non respira più. Le architetture sono silenziose e vuote e anche l’arte, come prova più vitale dell’esistenza degli esseri umani, piange. La sensibilità di Atoche nell’opera realizzata per Muri Sicuri ha permesso all’artista di declinare il suo personalissimo stile sospeso in un canto triste per le ricchezze che i paesi colpiti dal terremoto stanno vedendo crollare.
Carlos è peruviano e il suo immaginario non lo nasconde: il Sud America magico si mescola a ciò che l’artista ha imparato a Roma, nel più classico dei luoghi attraverso il più classico degli studi, e si trasforma in un universo che, galleggiando, parla ogni volta di qualcosa di diverso.
Nelle opere di Atoche troviamo una musicalità che con partiture differenti canta di mondi lontani che diventano improvvisamente vicini perché, in fondo, condividono tutti la stessa profonda certezza: quella di considerare l’arte come viva e capace di soffrire proprio come il resto dell’umanità.
Cortazàr scriveva : “la musicalità sta in ciò che chiamo passaggio, ovvero nel saper legare le varie parti del racconto, senza mai interromperlo bruscamente per passare a qualcos’altro, né costruirlo su un sottofondo monotono nel quale si finisce per distrarsi”. Come non ritrovarci le opere di Carlos Atoche?
Il messaggio dell’opera di via Laparelli per le Guide turistiche di Roma, eseguita circondato dai visitatori che per due giorni hanno affollato il quartiere, è al contempo tragico e di speranza. “Non dobbiamo pensare che durerà per sempre” ha detto Carlos durante i due intensi giorni di lavoro, riferendosi alla conservazione dell’opera, dunque anche lo stato delle cose non lo è. La street art per l’artista non ha la velleità della durata dunque, è contemporanea e viva accanto alla vita.
Sicuramente di vita si è trattato quando adulti e bambini, ma soprattutto questi ultimi, hanno avuto la possibilità di vedere un’opera nascere, svilupparsi e realizzarsi, hanno potuto osservarne la tecnica di realizzazione, le varie fasi di sviluppo fino al suo compimento.
I contributi raccolti durante Muri Sicuri I e donati dagli oltre 600 partecipanti alle visite guidate sono stati integralmente versati alla città di Norcia e alla città di Avendita di Cascia per trasformare così l’arte, la storia e la bellezza in rispetto e salvaguardia per tutto il patrimonio nazionale.
Il totale raccolto in soli due giorni, ha raggiunto la cifra di 5.780 euro.
I professionisti, le guide turistiche di Roma che hanno lavorato all’organizzazione, all’accoglienza, alla gestione dei social, alla comunicazione, alla piccola festa di chiusura, lo hanno fatto a titolo gratuito e il risultato è stato eccezionale.
Un sentito grazie a La Rocca Fortezza Culturale per averci dato una casa, una base, una famiglia.
Tutte le Associazioni di Quartiere hanno collaborato con noi Guide di Roma per la riuscita dell’evento, da EcoMuseo Casilino ad Altramente e il Municipio V è stato solerte alleato nel rilasciare permessi e autorizzazioni con rapidità.
Francesca Pagliaro